UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization)

L’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) è nata nel 1945 con il proposito di contribuire al mantenimento della pace, nel rispetto dei diritti umani e dell’uguaglianza dei popoli, attraverso i canali dell’educazione, della scienza, della cultura e della comunicazione. Oggi ha sede a Parigi e conta 195 Stati Membri, ai quali si aggiungono 8 associati.

Una delle missioni principali dell’UNESCO consiste nella protezione, nella tutela e nella trasmissione dei patrimoni culturali e naturali di tutto il mondo, alle generazioni future.

Dalla sua fondazione ad oggi si è manifestata e diffusa nel mondo intero – sia a livello governativo che di semplici cittadini – una consapevolezza sempre maggiore dell’importanza dei temi che riguardano le sfere di competenza dell’Unesco (Educazione, Scienze naturali, Scienze umane e sociali, Cultura, Comunicazione ed informazione) e della necessità di cooperare a livello internazionale per assicurare il progresso economico, la giustizia sociale e la pace.

All’interno dell’UNESCO agiscono tre organi:

  • la Conferenza Generale, che in genere riunisce ogni due anni tutti gli Stati membri, è l’organo sovrano dell’UNESCO. Applicando la regola ‘uno Stato un voto’, la Conferenza generale determina i programmi e il budget dell’Organizzazione;
  • il Consiglio Esecutivo, nel quale sono rappresentati 58 Stati membri eletti dalla Conferenza generale, si riunisce due volte l’anno. Si tratta di una sorta di consiglio d’amministrazione con il compito di verificare l’esecuzione delle decisioni della Conferenza generale e di preparare il lavoro di quest’ultima;
  • la Segreteria, posta sotto l’autorità del Direttore Generale che viene eletto ogni 4 anni dalla Conferenza generale, è incaricata di mettere in pratica gli impegni assunti dagli Stati membri.

L’UNESCO ha fino ad oggi riconosciuto un totale di 1092 siti (845 siti culturali, 209 naturali e 38 misti) presenti in 167 Paesi del mondo.

Attualmente l’Italia è la nazione che detiene il maggior numero di siti (49 siti culturali, di cui 7 sono paesaggi culturali, e 5 siti naturali) inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità.

L’Italia e l’UNESCO 

L’8 novembre 1947, nel corso della seconda sessione della Conferenza generale svoltasi a Città del Messico, l’Assemblea plenaria votò all’unanimità l’ammissione dell’Italia in qualità di Stato membro dell’UNESCO. Questa ammissione fu perfezionata subito dopo, il 27 gennaio 1948, con il deposito a Londra dello strumento di ratifica dell’Atto costitutivo dell’Organizzazione da parte del nostro Governo.

Nel 1950 fu istituita la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO con lo scopo di favorire la promozione, il collegamento, l’informazione, la consultazione e l’ esecuzione dei programmi UNESCO in Italia.

La Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ha lo scopo di favorire la promozione, il collegamento, l’informazione, la consultazione e l’ esecuzione dei programmi UNESCO in Italia.

Essa  opera attraverso:

  • l’Assemblea che fissa le strategie generali della Commissione, identificate in relazione ai programmi e alle finalità dell’UNESCO nel quadro degli interessi generali della politica nazionale nei campi dell’educazione, della scienza, della cultura e della comunicazione in stretto raccordo con la Rappresentanza Diplomatica Permanente d’Italia presso l’UNESCO;
  • il Consiglio Direttivo che è l’organo di governo della Commissione, e attua gli orientamenti strategici fissati dall’Assemblea.

In particolare, la CNI per l’UNESCO assolve il compito di tutelare il nome, l’acronimo, l’emblema e i nomi di dominio internet dell’UNESCO, o dei suoi programmi specifici, ed il suo uso, essendo organo di collegamento tra l’UNESCO ed il proprio Governo per tutte le questioni che interessano l’Organizzazione. In particolare:

  • dà pareri e formula raccomandazioni al Governo Italiano ed alle Pubbliche Amministrazioni in relazione all’elaborazione e alla valutazione dei programmi UNESCO;
  • collabora con gli Organi competenti per l’esecuzione delle decisioni prese in seno alla Conferenza Generale dell’UNESCO che ha luogo a Parigi ogni due anni per approvare il programma generale dell’Organizzazione ed il suo bilancio;
  • produce documenti concernenti le materie che rientrano nel suo ambito di competenze e contribuisce, anche attraverso una serie di pubblicazioni periodiche, a diffondere informazioni su principi, obiettivi ed attività dell’UNESCO.
  • rende accessibile al pubblico, mediante un servizio di biblioteca – che comprende più di 11.000 testi costituiti prevalentemente di pubblicazioni e documenti dell’UNESCO – la più ampia conoscenza delle problematiche trattate dall’UNESCO.
  • diffonde gli ideali dell’UNESCO, in particolare  sostenendo le attività del Sistema delle Scuole Associate, dei Club e dei Centri UNESCO.
  • organizza e promuove incontri, convegni, corsi e altre attività di formazione e di studio nelle materie di competenza dell’UNESCO.
  • si adopera per associare attivamente al lavoro dell’UNESCO persone ed Enti che svolgono attività nei campi educativi, culturali e scientifici, agevolando, anche presso le istituzioni competenti, la raccolta di dati e di informazioni richieste dall’UNESCO stesso.
  • favorisce l’accesso delle istituzioni più qualificate alle attività promozionali che l’UNESCO svolge attraverso la concessione del Patrocinio; a tal fine conduce indagini preliminari per la concessione del Patrocinio sia dell’UNESCO sia della Commissione stessa.
  • esamina e trasmette eventuali progetti che necessitano sostegno finanziario secondo le modalità previste dei ‘Programmi di Partecipazione’.
  • formula proposte sulla scelta dei membri delle delegazioni italiane alla Conferenza Generale dell’UNESCO e ad altre riunioni o manifestazioni promosse dall’UNESCO o ad essa collegate.
  • esprime pareri e suggerimenti e su richiesta del Ministro degli Affari Esteri, sugli aspetti educativi, scientifici e culturali dei progetti da realizzare nell’ambito della politica di cooperazione allo sviluppo.

L’Italia, tra i 187 stati membri della Convenzione sulla protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e naturale del 1972, è il Paese con il maggior numero di siti iscritti nella Lista.

La Legge n. 77 del 20 febbraio 2006 stabilisce normativamente che i siti UNESCO sono eccellenze del Patrimonio culturale, paesaggistico e naturale italiano, elementi fondanti della rappresentazione del nostro Paese a livello internazionale e affermava che  gli interventi sui siti UNESCO hanno priorità, a testimonianza di come la valenza del riconoscimento come Patrimonio Mondiale debba contribuire a definire percorsi particolari anche in ordine all’assegnazione delle risorse finanziarie.

La Legge 77, inoltre, ha formalmente riconosciuto i Piani di gestione richiesti dall’UNESCO quali strumenti atti ad assicurare la conservazione dei siti e a creare le condizioni per la loro valorizzazione, definendo le priorità di intervento e le relative modalità attuative, nonché le azioni per reperire le risorse pubbliche e private necessarie.

La gestione dei siti UNESCO italiani fa capo ai diversi soggetti che, nell’ambito delle specifiche competenze istituzionali, sono responsabili delle attività di tutela, conservazione e valorizzazione o che sono soggetti di riferimento per le azioni legate alla conoscenza, alla sensibilizzazione, alla promozione economica.

Il MiC e l’UNESCO

Il Segretario Generale del Ministero della Cultura fa parte del Consiglio di Amministrazione della Commissione Nazionale per l’UNESCO con funzioni di Vice Presidente – Rappresentante del Ministero della Cultura.

Il Segretariato generale svolge attività di coordinamento in Italia per l’attuazione delle seguenti convenzioni, accordi conclusi tra gli stati membri intesi a produrre effetti giuridici nelle loro reciproche relazioni e nei confronti dei cittadini degli Stati stessi:

  • Convenzione universale sul diritto d’autore 1952: ratificata dall’Italia nel 1956;
  • Convenzione per la protezione della proprietà culturale in situazioni di conflitto armato con regolamentazione per l’esecuzione della Convenzione, 1954: ratificata dall’Italia nel 1958;
  • Convenzione sui mezzi di proibizione e prevenzione degli illeciti nelle importazioni, esportazioni e trasferimento della proprietà dei beni culturali, 1970: ratificata dall’Italia nel 1978;
  • Convenzione concernente la protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale, 1972: ratificata dall’Italia nel 1978;
  • Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale sommerso, Parigi, 2 novembre 2001);
  • Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Intangibile, 17 ottobre 2003: ratificata dall’Italia nel 2007;
  • Convenzione sulla protezione e la promozione della diversità di espressioni culturali, 20 ottobre 2005: ratificata dall’Italia nel 2007

La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale, culturale e naturale del 1972 prevede che i beni candidati possano essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale come:

  • patrimonio culturale:
  1. monumenti: opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, elementi o strutture di carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
  2. agglomerati: gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
  3. siti: opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo e della natura, come anche le zone, compresi i siti archeologici, di valore universale eccezionale dall’aspetto storico ed estetico, etnologico o antropologico.
  • patrimonio naturale:
  1. i monumenti naturali costituiti da formazioni fisiche e biologiche o da gruppi di tali formazioni di valore universale eccezionale dall’aspetto estetico o scientifico,
  2. le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone strettamente delimitate costituenti l’habitat di specie animali e vegetali minacciate, di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico o conservativo,
  3. i siti naturali o le zone naturali strettamente delimitate di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico, conservativo o estetico naturale

Le Linee guida operative per l’attuazione della Convenzione definiscono come Patrimonio misto (culturale e naturale) i beni che corrispondono in parte o in tutto a entrambe le definizioni di patrimonio culturale e naturale.

  • paesaggio culturale (dal 1992):
  1. paesaggi che rappresentano “creazioni congiunte dell’uomo e della natura”, così come definiti all’articolo 1 della Convenzione, e che illustrano l’evoluzione di una società e del suo insediamento nel tempo sotto l’influenza di costrizioni e/o opportunità presentate, all’interno e all’esterno, dall’ambiente naturale e da spinte culturali, economiche e sociali. La loro protezione può contribuire alle tecniche moderne di uso sostenibile del territorio e al mantenimento della diversità biologica

Poiché ciò che rende eccezionale il concetto di Patrimonio Mondiale è la sua applicazione universale e i beni che lo costituiscono appartengono a tutte le popolazioni del mondo, al di là dei territori nei quali esse sono collocati, per essere inseriti nella Lista i siti devono essere di eccezionale valore universale e rispondere ad almeno uno dei 10 criteri previsti:

(i) Rappresentare un capolavoro del genio creativo dell’uomo.

(ii) Mostrare un importante interscambio di valori umani in un lungo arco temporale o all’interno di un’area culturale del mondo, sugli sviluppi dell’architettura, nella tecnologia, nelle arti monumentali, nella pianificazione urbana e nel disegno del paesaggio.

(iii) Essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa

(iv) Costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico o di un paesaggio che illustri uno o più importanti fasi nella storia umana.

(v) Essere un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale, dell’utilizzo di risorse territoriali o marine, rappresentativo di una cultura (o più culture) o dell’interazione dell’uomo con l’ambiente, soprattutto quando lo stesso è divenuto per effetto delle trasformazioni irreversibili.

(vi) Essere direttamente o materialmente associati con avvenimenti o tradizioni viventi, idee o credenze, opere artistiche o letterarie dotate di un significato universale eccezionale.

(vii) Presentare fenomeni naturali eccezionali o aree di eccezionale bellezza naturale o importanza estetica.

(viii) Costituire una testimonianza straordinaria dei principali periodi dell’evoluzione della terra, comprese testimonianze di vita, di processi geologici in atto nello sviluppo delle caratteristiche fisiche della superficie terrestre o di caratteristiche geomorfiche o fisiografiche significative.

(ix) Costituire esempi significativi di importanti processi ecologici e biologici in atto nell’evoluzione e nello sviluppo di ecosistemi e di ambienti vegetali e animali terrestri, di acqua dolce, costieri e marini.

(x) Presentare gli habitat naturali più importanti e significativi, adatti per la conservazione in situ della diversità biologica, compresi quelli in cui sopravvivono specie minacciate di eccezionale valore universale dal punto di vista della scienza o della conservazione.

Ad oggi, per quanto riguarda la regione Emilia Romagna, il Segretariato regionale del MiBAC partecipa, insieme alle competenti Soprintendenze e alla Direzione regionale Musei, alle attività del Comitato di Pilotaggio istituito presso i soggetti responsabili della gestione dei seguenti Siti UNESCO:

I Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato

 Nella riunione del Comitato del Patrimonio Mondiale che si è tenuto a Doha in Quatar dal 15 al 25 giugno 2014 i Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sono stati riconosciuti come parte integrante del Patrimonio Mondiale, attribuendo l’eccezionale valore universale al paesaggio culturale piemontese.L’iscrizione del sito alla World Heritage List porta l’Italia al 50° sito nazionale riconosciuto dall’UNESCO, una sfida importante per la nazione e, in particolar modo, per il Piemonte che oggi ha l’occasione di mettere in luce agli occhi del mondo intero le sue bellezze, i suoi paesaggi, i suoi valori storico-culturali.Il successo della proposta di candidatura è stato determinato dalla partecipazione e dalla collaborazione delle istituzioni coinvolte e dalla cittadinanza, che hanno visto in prima linea schierati il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, in qualità di coordinatore e di supporto tecnico-scientifico, la Regione Piemonte, promotrice dell’iniziativa e l’Associazione dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte, referente e gestore del sito, le Province di Alessandria, Asti e Cuneo.Il processo di candidatura è stato lungo e complesso, avviato nel 2006 con l’iscrizione nella Tentative List italiana del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, da parte del gruppo di lavoro interministeriale permanente per il Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e seguito nelle diverse fasi dall’Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione (SiTI) del Politecnico di Torino, e supportato dalla Regione Piemonte, dal Segretariato Generale del MiBACT, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Province di Torino, Asti, Cuneo, biella e Vercelli.

Le Residenze Sabaude

 Dal 1997 tali residenze sono iscritte nella Lista del Patrimonio Mondiale. Ciascuna di esse è contraddistinta da caratteristiche peculiari che, nel loro insieme, offrono uno straordinario affresco della storia del Piemonte e dell’Italia, con particolare riferimento agli avvenimenti che hanno portato – sullo sfondo della storia europea – alla formazione dello Stato unitario: un circuito culturale, storico, architettonico e ambientale unico, fruibile e visitabile, che ha un valore universale eccezionale e che merita la tutela a beneficio di tutta l’umanità.

I Savoia, dopo il trasferimento della capitale da Chambéry a Torino (1562), tra la fine del Cinquecento e la metà dell’Ottocento affidano ai principali architetti e artisti della propria corte la realizzazione di prestigiose residenze, a testimonianza del crescente potere acquisito in Italia e in Europa. Nasce così un percorso architettonico e urbanistico che ha come centro Torino e che si irradia sul territorio circostante, in quella che viene definita la “Corona di Delizie”, destinata allo svago e alla caccia.

A Torino, fanno parte del Patrimonio Mondiale Palazzo Reale, Palazzo Madama, Palazzo Chiablese, Palazzo Carignano, Armeria Reale, Archivio di Stato, Palazzo della Prefettura, la Cavallerizza, l’ex Accademia Militare, l’ex Zecca di Stato, la facciata del Teatro Regio, il Castello del Valentino e Villa della Regina. Fuori città e nel resto del Piemonte si trovano il Castello di Moncalieri, il Castello di Stupinigi, la Reggia di Venaria Reale, Borgo Castello alla Mandria, il Castello di Rivoli, il Castello di Agliè, il Castello di Racconigi, il Castello di Govone, l’Agenzia di Pollenzo.

Scarica qui il Piano di Gestione delle Residenze Sabaude:

– Piano di Gestione – Volume I
– Piano di Gestione – Volume II

I Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia

 I nove Sacri Monti dell’Italia Settentrionale sono gruppi di cappelle e altri manufatti architettonici eretti fra il XVI e il XVII secolo, dedicati a differenti aspetti della fede cristiana. In aggiunta al loro significato simbolico e spirituale, possiedono notevoli doti di bellezza, virtù e gradevolezza, e risultano integrati in un ambiente naturale e paesaggistico di colline, boschi e laghi; contengono inoltre reperti artistici di assoluto rilievo. Con questa motivazione nel 2003 l’UNESCO ha iscritto il sito “Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia” nella Lista del Patrimonio Mondiale. Il prestigioso riconoscimento attribuisce un valore universale a sette siti del Piemonte (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo) e due della Lombardia (Ossuccio e Varese).

I Sacri Monti piemontesi sono inseriti nel sistema delle Aree protette della Regione Piemonte, che provvede alla loro conservazione storico-artistica sotto la tutela della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Novara, Alessandria e Verbano-Cusio-Ossola, garantisce gli interventi di manutenzione e la tutela dell’ambiente naturale dei parchi.
Sito web: www.sacrimonti.net

I Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino

 Dal 27 giugno 2011 i Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino sono nella Lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO. La decisione è stata presa dalla 35° sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale riunita a Parigi dal 19 al 29 giugno 2011.

La serie dei Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino si estende sui territori di sei paesi, Svizzera, Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia. In Italia sono interessate cinque regioni, che appartengono all’arco sud-alpino, e in particolare la Lombardia, il Veneto, il Piemonte, il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige.

I siti seriali sono 156, dei quali 25 in Italia, due in Piemonte: Viverone (BI) e Mercurago, Arona (NO). Il sito di Viverone è stato scoperto negli anni Settanta del Novecento. È uno dei più importanti abitati palafitticoli dell’età del Bronzo nell’arco alpino per la ricchezza di manufatti di metallo e di ceramica e per la complessità delle strutture, cruciale per la comprensione dei contatti tra l’Italia e l’area transalpina nell’età del Bronzo (XVII-XV e XI secolo a.C.). Mercurago è la prima stazione palafitticola del Piemonte, scoperta ancora nel XIX secolo da Bartolomeo Gastaldi, il fondatore della Paletnologia piemontese.
Sito web: www.palafittes.ch

Ivrea Città Industriale del XX Secolo

 L’iscrizione, che porta a 54 il numero dei siti Unesco italiani, arriva a completamento di un lungo percorso che ha visto la Città di Ivrea, la Regione Piemonte e la Città Metropolitana e le principali istituzioni presenti sul territorio (Fondazione Olivetti e Fondazione Guelpa) lavorare alla scrittura di un dossier di candidatura che da più anni attendeva il suo turno.

Il nuovo sito Patrimonio dell’Umanità comprende una “core zone” che comprende il susseguirsi degli edifici realizzati lungo l’asse di via Jervis in sei decenni e le molte architetture erette sul territorio legate alla materializzazione di un pensiero illuminato e unitario che univa economia, politica e cultura e ha utilizzato l’architettura e l’urbanistica per la sua costruzione.

Il punto di partenza è l’edificio in mattoni rossi in cui l’azienda di Camillo Olivetti dal 1908 iniziò a produrre le prime macchine da scrivere, che tra 1939 e 1957 viene ingrandito quattro volte da Luigi Figini e Gino Pollini, Annibale Fiocchi e Ottavio Cascio con altrettante strutture comprendenti anche la suggestiva e trasparente copertura in ferro e vetro progettata da Eduardo Vittoria per l’Officina H. Il complesso produttivo si completa con i palazzi per gli uffici: il progetto di Gian Antonio Bernasconi, Annibale Fiocchi e Marcello Nizzoli tra 1955 e 1964, e il nuovo Palazzo Uffici di Gino Valle, edificio polifunzionale rivestito in mattoni completato nel 1988 che ospita anche la mensa aziendale.

Alle spalle dello stabilimento in ampliamento, Ignazio Gardella è invece l’autore, tra 1953 e 1961, dell’organica mensa con circolo ricreativo inserita nel paesaggio collinare alle spalle dell’infilata degli stabilimenti, mentre tra 1954 e 1959 Eduardo Vittoria è l’autore dei due edifici rivestiti da mattonelle di klinker smaltate: il Centro studi ed esperienze, organizzato su una pianta a croce con bracci di diversa dimensione, e la Centrale termica con la scansione verticale data dai moduli dei suoi serramenti in acciaio.

Attorno a stabilimenti e uffici si costruiscono interi pezzi di città. Mentre tra 1939 e 1941 Figini e Pollini progettano e realizzano l’asilo nido di Borgo Olivetti, con il suo linguaggio moderno e i materiali di provenienza locale, risale alla metà degli anni cinquanta l’edificio dei Servizi Sociali (con ambulatori e biblioteca) con la sua struttura sorretta dagli eleganti pilastri esagonali in granito bianco. Nel 1941-42 Figini e Pollini iniziano la costruzione del quartiere Castellamonte con i sette Edifici per famiglie numerose, proseguita nel dopoguerra con i progetti di Marcello Nizzoli e Gian Mario Olivieri: le sei Case unifamiliari per dirigenti (1948), la Casa a quattro alloggi (1952) e l’Edificio a 18 alloggi (1954-55). A completamento di quest’area residenziale lo studio Gabetti e Isola realizza tra 1969 e 1971 l’Unità Residenziale Ovest, forse una delle più note e controverse architetture olivettiane: soprannominata “Talponia”, si sviluppa all’interno di una pianta semicircolare incassata in una collina artificiale e rivolta verso un pendio erboso naturale.

Fuori dalla “core zone”, il quartiere Canton Vesco si costruisce invece nei decenni del secondo dopoguerra con progetti di Ludovico Quaroni (la scuola elementare e l’asilo con la sua organica struttura a padiglioni) e Marcello Nizzoli, Gian Mario Olivieri e Aldo Favini (la Chiesa del Sacro Cuore con la sua struttura corrugata in cemento armato), mentre tra 1967 e 1971 è il turno dell’Unità Residenziale Est che, progettata nel centro cittadino da Iginio Cappai e Pietro Mainardis, richiama nelle sue forme le tastiere e i carrelli delle macchine per scrivere.