Abbazie

Abbazia di Fruttuaria

Fondata all’inizio del XI secolo, l’Abbazia benedettina di Fruttuaria ha attraversato diverse fasi di trasformazione. L’edificio originale aveva tre navate con cappelle affrescate e mosaici antichi. Il chiostro settecentesco, l’altare della croce e la rotonda del Santo Sepolcro sono alcune delle strutture notevoli. Un percorso museale didattico permette di esplorare la storia millenaria di questa struttura.

Informazioni di Contatto:


Abbazia di S.Maria di Vezzolano

L’Abbazia di Vezzolano risale al 1095 ed è un importante testimone dell’arte medioevale in Piemonte. La chiesa originariamente basilicale presenta una ricca decorazione scultorea e affreschi trecenteschi nel chiostro. Il suo lungo periodo di splendore fu seguito da un lento declino, e il complesso è ora gestito dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici.

Informazioni di Contatto:

Aree Archeologiche

Augusta Bagiennorum

Augusta Bagiennorum è una città romana fondata nel I secolo a.C., situata nella media valle del Tanaro. Il sito era importante per il controllo del transito tra la pianura padana e i valichi alpini. Gli scavi hanno rivelato vari edifici come il tempio, il Foro, l’anfiteatro e il teatro. Ora è una Riserva Naturale Speciale e parte del Parco Naturale del Marguareis, con un percorso didattico per i visitatori.

Informazioni di Contatto:

AREA ARCHEOLOGICA AUGUSTA BAGIENNORUM
Frazione Roncaglia
12041 – Bene Vagienna (CN)
Tel.  +39 0172 654152
Fax +39 0172 654947
E-mail:  ufficiocultura@benevagienna.it
Sito web www.benevagienna.it


Industria

Augusta Bagiennorum, città romana del I secolo a.C. nella media valle del Tanaro, era strategica per il controllo del transito tra la pianura padana e i valichi alpini. Il sito comprendeva un’area centrale con un santuario dedicato a Iside e Serapide, un foro ancora sepolto e isolati con domus e botteghe. Fondata in età augustea presso l’insediamento celto-ligure di Bodincomagus, la città aveva un ruolo chiave come scalo per merci e prodotti minerari. Oggi parte del Parco del Po Torinese, il sito testimonia la sua importanza economica e culturale, con numerosi reperti esposti a Torino. La connessione tra la città e il fiume si manifestava probabilmente attraverso un antico porto lungo un canale derivato dal Po.

Informazioni di Contatto:

Per prenotazioni delle visite ed informazioni contattare l’Associazione culturale Athena telefonando al 3791592724 o inviando una e-mail a athena.as.culturale@gmail.com

SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LA CITTA’ METROPOLITANA DI TORINO 
piazza San Giovanni, 2 – 10122 Torino (TO) 
Tel. +39 011.19524440 – fax +39 011.19524440 
PEC: mbac-sabap-to@mailcert.beniculturali.it 
mail: sabap-to@beniculturali.it 
Sito web: www.sabap-to.beniculturali.it


Libarna

L’area archeologica di Libarna, a sud di Serravalle Scrivia, mostra l’anfiteatro e il teatro, quest’ultimo in restauro. La città, lungo la via Postumia, fu fondata in età protostorica ma raggiunse l’apice nell’età imperiale. Le tracce di una pianificazione urbanistica programmata risalgono al II-I secolo a.C. e la città era densamente abitata. Nel III secolo d.C., con il declino della via Postumia, Libarna perse importanza e scomparve. La riscoperta avvenne nel XIX secolo durante la costruzione di strade e ferrovie. L’attuale area archeologica mostra isolati di abitazioni, mosaici, anfiteatro e teatro. Il Museo di Antichità di Torino e il Museo di Archeologia Ligure di Genova-Pegli conservano i reperti. L’Area Museale di Libarna presso il Municipio di Serravalle Scrivia completa la visita.

Informazioni di Contatto:

Orari

da martedì a venerdì: 9.00 – 12.00 mentre sabato e domenica: 10.00 – 16.00.
Giorno di chiusura: lunedì

Tariffe

L’ingresso è gratuito, visita libera.

Visita

L’area è parzialmente visibile anche dall’esterno in corrispondenza di due punti panoramici.
La durata della visita è di circa 1 ora.
Per visite di gruppo prenotazione consigliata presso la Biblioteca Comunale di Serravalle Scrivia.

AREA ARCHEOLOGICA DI LIBARNA
Via Arquata 63, frazione Libarna
15069 – Serravalle Scrivia (AL)

Biblioteca Comunale di Serravalle Scrivia
Tel: +39 0143 633627 – 634166
Fax +39 0143 686472
E-mail: biblioteca@comune.serravalle-scrivia.al.it
Sito web: www.comune.serravalle-scrivia.al.it

SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LE PROVINCE DI ALESSANDRIA, ASTI E CUNEO 
Cittadella: Caserma Pasubio – Via Pavia snc, 1512 Alessandria (AL) 
Tel. +39.0131.229100 
PEC: mbac-sabap-al@mailcert.beniculturali.it 
mail: sabap-al@beniculturali.it 
Sito web: www.sabap-al.beniculturali.it


Susa

L’area archeologica di Susa, Segusio, racchiude un notevole patrimonio storico-monumentale, legato alla romanizzazione del distretto alpino, alla fortificazione tardoantica della Provincia delle Alpi Cozie e all’incastellamento medievale. Tra i punti salienti ci sono l’Arco di Augusto, gli Archi dell’acquedotto, la spianata del Castello e la piazza Savoia con il tempio del foro e la Porta del Paradiso.

Il Castello, frutto di varie epoche dal medioevo al XVIII secolo, rivela indagini archeologiche che evidenziano le origini del Praetorium romano. L’ingresso monumentale del I secolo d.C., con scalone in pietra, collega la strada antica all’edificio aulico, con pavimentazioni a mosaico e ambienti sotterranei che oggi fungono da cantine. Il sito comprende anche una zona di scavo all’aperto con ambienti del pretorio, una cisterna e una latrina tardo-antiche, con connessioni al sistema di fortificazione e all’acquedotto terminante alle “Terme Graziane”.

L’Anfiteatro romano di Segusio, situato a sud del centro antico, di dimensioni ridotte (circa 60×53 metri), conserva il muro perimetrale dell’arena, carceres, corridoio perimetrale voltato e parte delle gradinate in pietra. La sua datazione generica è al II secolo d.C.

Informazioni di Contatto:

Orario

– l’area dell’Arco di Augusto e dell’acquedotto è sempre accessibile;
– l’anfiteatro è aperto tutti i giorni dalle 9.00 al tramonto;
– il Castello è aperto solo in occasione di manifestazioni e in estate con i seguenti orari: martedì-venerdì 15:00 – 18:00; sabato e domenica 10.00 – 12.30 / 15.00 -18.30

Tariffe

L’ingresso è gratuito, visita libera.

Visita

Per informazioni sulle visite rivolgersi all’Associazione Archeologica LE MUSE.

AREE ARCHEOLOGICHE DEL CASTELLO E DELL’ANFITEATRO
Via degli Archi e via della Consolata
10059 SUSA (TO)
Tel. +39 0122-622447 – A.T.L. Montagne Doc
E-mail: susa@montagnedoc.it

LE MUSE 
Tel. +39 393 5837413
E-mail info@lemusestudio.it

SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LA CITTA’ METROPOLITANA DI TORINO 
piazza San Giovanni, 2 – 10122 Torino (TO) 
Tel. +39 011.19524440 – fax +39 011.19524440 
PEC: mbac-sabap-to@mailcert.beniculturali.it 
mail: sabap-to@beniculturali.it 
Sito web: www.sabap-to.beniculturali.it


Musei Reali

Armeria Reale

Il museo delle armi a Torino, nato nel 1837, ha avuto origine con la fondazione della “Regia Pinacoteca” nel 1832. La Galleria Sabauda, che iniziò a raccogliere armi antiche dal 1833, presentava un allestimento suggestivo, combinando decorazioni settecentesche con oggetti esposti in uno stile gothic revival. Nel corso degli anni, l’Armeria si è arricchita con importanti acquisizioni, donazioni e collezioni, inclusi pezzi legati alle guerre risorgimentali e mondiali. Dopo interventi di restauro, il museo ha riaperto nel 2005, e nel 2013 ha allestito una mostra dedicata al Rinascimento italiano, presentando medaglie e vasi antichi.

Informazioni

www.museireali.beniculturali.it/armeria-reale/


Galleria Sabauda

La Galleria Sabauda, una delle più importanti pinacoteche d’Italia con oltre 180 anni di storia, ospita più di 700 opere dal Duecento al Novecento. Fondata nel 1832 da Carlo Alberto e donata nel 1860 a Vittorio Emanuele II, la collezione trova sede nella Maestosa Manica Nuova di Palazzo Reale dal 2012. Le opere, di inestimabile valore, spaziano dal Rinascimento italiano al Sei e Settecento, arricchite dalla scuola fiamminga e olandese. Il percorso espositivo su quattro piani offre una visione cronologica della storia dell’arte, culminando in uno spettacolare sottotetto con uffici, un gabinetto di restauro e la collezione di Riccardo Gualino.

Informazioni

www.museireali.beniculturali.it/galleria-sabauda/


Museo Archeologico

Il Museo Archeologico di Torino, erede di una lunga tradizione, mantiene la denominazione storica di Museo di Antichità. Fondato nel Cinquecento con le raccolte del duca Emanuele Filiberto di Savoia, il museo è stato ampliato nel corso dei secoli, testimoniando l’evoluzione del gusto collezionistico e l’interesse crescente per l’archeologia in Piemonte.

Dal 1982, il museo trova sede nelle serre ottocentesche di Palazzo Reale, dove sono esposte le collezioni storiche di antichità sabaude, arricchite da donazioni e acquisizioni successive. Un nuovo padiglione, inaugurato nel 1998, accoglie la sezione del territorio piemontese, offrendo un viaggio a ritroso nel tempo attraverso testimonianze archeologiche.

Dal 2013, il museo fa parte del progetto “Archeologia a Torino”, unificando le esposizioni con Palazzo Reale, l’Armeria Reale e la Galleria Sabauda. Il percorso museale presenta reperti archeologici restituiti dalla città nei secoli, con un focus sulla storia di Torino dalla preistoria all’età moderna. Il museo offre una mappa digitale in collaborazione con il Geoportale del Comune di Torino per seguire l’evoluzione della città e filmati tematici approfondiscono gli argomenti trattati.

Il Tesoro di Marengo, un complesso di oggetti d’argento risalenti al III-V secolo d.C., è stato riallestito nel 2013, mostrando aspetti sconosciuti grazie a nuovi spazi. Nel 2014, il museo ha presentato un nuovo allestimento dedicato al Papiro di Artemidoro, un reperto unico datato tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., con frammenti di testi in greco e disegni di animali.

Il Museo Archeologico di Torino continua a essere un luogo straordinario di scoperta e conoscenza, offrendo al pubblico una straordinaria testimonianza del patrimonio storico e archeologico della regione.

Informazioni

www.museireali.beniculturali.it/museo-antichita/


Palazzo Reale

Nel 1563, Emanuele Filiberto di Savoia trasferì la capitale del ducato da Chambéry a Torino, stabilendo la residenza nel palazzo del vescovo. Nel 1584, Carlo Emanuele I commissionò la costruzione di un nuovo palazzo, affidandola all’architetto Ascanio Vittozzi. Durante la reggenza di Maria Cristina di Francia, i lavori furono diretti da Carlo di Castellamonte e Carlo Morello, con soffitti in legno intagliato e dorato allestiti al primo piano.

Nel 1688, il pittore Daniel Seiter affrescò la galleria, noto come “del Daniel”, e l’appartamento di Madama Felicita. Alla fine del Seicento, il giardino fu rivisto e ampliato da André Le Notre. Nel 1713, con Vittorio Amedeo II, fu creata la “zona di comando” dallo schema architettonico di Filippo Juvarra, con la Scala delle Forbici e il Gabinetto Cinese. Benedetto Alfieri succedette a Juvarra e decorò il secondo piano, rinnovando la Galleria del Daniel e affrescando le nuove camere degli Archivi.

Sotto Carlo Alberto, nel 1831-1849, alcune sale del piano nobile furono rinnovate da Pelagio Palagi. Nel 1862, fu realizzato il nuovo scalone d’onore. Con il trasferimento della capitale, il palazzo perse le sue funzioni residenziali e dal 1955 è sotto la gestione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici.

Informazioni

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Residenze e Castelli

Castello di Agliè

Il Castello di Agliè ha origini nel XII secolo e fu trasformato nel 1646 su progetto di Amedeo di Castellamonte. Nel 1763, acquistato dai Savoia, fu oggetto di un ampio progetto di riqualificazione ad opera di Ignazio Birago di Borgaro, coinvolgendo anche il borgo circostante. Durante l’occupazione napoleonica, il castello fu trasformato in ospizio e il parco fu venduto. Tornato sotto il controllo reale nel 1823, subì un ultimo intervento di rinnovamento nel 1835, promosso da Carlo Felice. Nel 1939, il castello fu venduto allo Stato e destinato a museo, preservando la sua struttura e arredi originali. Oggi, il Castello di Agliè è un affascinante testimonianza delle trasformazioni storiche nel corso dei secoli.

Informazioni

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Castello di Moncalieri

Il Castello di Moncalieri, con origini nel XII secolo, fu ampliato nel XVII secolo sotto la guida di architetti come Amedeo di Castellamonte. Scelto nel Quattrocento come dimora ducale, fu sede di trattati e residenza preferita di Vittorio Amedeo II. Durante il regno di Carlo Emanuele III, Benedetto Alfieri intervenne sull’edificio. Nel periodo risorgimentale, gli appartamenti furono ristrutturati secondo lo stile eclettico dell’Ottocento. Dopo danni durante la dominazione francese, il castello fu restaurato nel 1817. Nel 1849, nel castello fu firmato il Proclama di Moncalieri. Durante la seconda guerra mondiale, occupato dai nazi-fascisti, divenne sede del I Battaglione Carabinieri “Piemonte” nel 1948. Gli appartamenti reali sono stati restaurati e aperti al pubblico nel 1991.

Informazioni

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Castello di Racconigi

Il Castello di Racconigi, originario dell’XI secolo, fu trasformato nel XVII secolo e assunse l’aspetto attuale nel XIX secolo. André Le Nôtre progettò il giardino nel 1670, mentre Guarino Guarini intraprese una ristrutturazione nel 1676. Nel 1755, Giambattista Borra aggiunse padiglioni, un pronao e altre strutture. Con Carlo Alberto, l’architetto Pelagio Palagi rinnovò interni e giardini nel 1820. Gli appartamenti reali mostrano varie fasi di trasformazione dal XVII al XX secolo. Nel 1980, lo Stato italiano acquistò il castello. Nel 2013, l’Appartamento di Ponente con vedute di Filippo Juvarra fu aperto al pubblico, incluso nel circuito di visita. Le vedute illustrano il progetto di rifacimento del Castello di Rivoli di Juvarra, commissionato nel 1717, e sono esposte con opere e arredi legati a Vittorio Amedeo II.

Informazioni

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Castello di Serralunga d’Alba

Il Castello di Serralunga d’Alba, situato a 415 metri sul livello del mare nella provincia di Cuneo, è uno dei più notevoli esempi di castello nobiliare trecentesco nel Piemonte. Originariamente costruito nel XII secolo come torre difensiva, nel 1340 Petrino Falletti di Barolo abbatté la torre preesistente, dando origine alla struttura attuale.

Caratterizzato da un’imponente architettura gotica, il castello domina il borgo di Serralunga d’Alba e le vigne circostanti. Rispetto ad altri castelli della regione, il Castello di Serralunga d’Alba ha mantenuto la sua struttura quasi intatta nel corso dei secoli. Contrariamente alla sua funzione difensiva originaria, il castello era più incentrato sul controllo delle attività produttive locali.

Il complesso castellano comprende il Palacium, una struttura allungata con vaste sale sovrapposte, una torre cilindrica innovativa dal punto di vista architettonico, una torre quadrata e una cappella con affreschi risalenti al XV secolo. Conserva interni con camini imponenti e soffitti lignei come testimonianze degli arredi originali.

Acquistato dallo Stato nel 1949, il castello è stato oggetto di importanti lavori di restauro a cura della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Piemonte, che mira a preservare questa preziosa eredità storica.

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Forte di Gavi

Il Castello di Gavi, risalente al 973, fu donato in feudo alla Repubblica di Genova da Enrico VI nel 1191. Nel corso dei secoli, passò sotto varie signorie, subendo importanti trasformazioni, tra cui quelle del 1540 ad opera di Giovanni Maria Olgiati e del XVII secolo con il frate Vincenzo da Fiorenzuola. Nel 1859, disarmato, divenne un reclusorio civile e successivamente un carcere militare durante le guerre mondiali. Dal 1946 è sotto la tutela della Soprintendenza per i Beni Architettonici del Piemonte, che ha avviato restauri per preservare questo notevole esempio di architettura militare.

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Palazzo Carignano

Palazzo Carignano, costruito a Torino tra il 1679 e il 1685 su progetto di Guarino Guarini per il principe Emanuele Filiberto di Savoia Carignano, è un capolavoro del Barocco italiano. La facciata in mattoni a vista segue le rampe simmetriche delle scale interne, ispirandosi a progetti di Bernini e Borromini. Inizialmente destinato a scuderie, l’edificio fu ampliato nel 1861 per ospitare l’aula del primo Parlamento italiano, anche se mai utilizzata. Attualmente, è gestito dalla Soprintendenza per i Beni Storici del Piemonte, che conserva affreschi tardo-seicenteschi negli appartamenti aulici e ospita il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano al piano nobile.

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Palazzo Chiablese

Il Palazzo Chiablese, situato a Torino, chiude la piazzetta antistante il Palazzo Reale e si estende fino alla chiesa di San Lorenzo. Costruito nel XVI secolo, probabilmente riplasmando edifici medievali preesistenti, il palazzo fu inizialmente di proprietà di Beatrice Langosco di Stroppiana e Francesco Martinengo di Malpaga. Nel 1753, Carlo Emanuele III destinò l’edificio al figlio Benedetto Maurizio di Savoia, duca del Chiablese, avviando un importante intervento di rinnovo e ampliamento su progetto di Benedetto Alfieri.

L’aspetto attuale del palazzo, sia negli esterni che negli interni, è frutto di tali interventi, che conferirono maestosità all’edificio. Nel Settecento, Benedetto Maurizio sognava di creare uno stato indipendente per il figlio, ma tali ambizioni furono ridimensionate dall’opposizione dell’imperatrice Maria Teresa al suo matrimonio asburgico. Con la caduta dell’Ancien Régime, i duchi di Chiablese lasciarono Torino nel 1798. Nel XIX secolo, il palazzo passò a Ferdinando di Savoia-Carignano e successivamente a Carlo Felice, salito al trono nel 1821.

Durante l’occupazione francese, il palazzo fu utilizzato da Napoleone e la famiglia imperiale. Nel 1940, gli eredi abbandonarono il palazzo, portando con sé gran parte dell’arredo. Durante la seconda guerra mondiale, l’edificio subì danni significativi dai bombardamenti. Dopo restauri e ricostruzioni, il palazzo divenne la sede della Soprintendenza ai Monumenti e della Soprintendenza Archeologica del Piemonte dal 1960. Oggi ospita gli istituti del Ministero della Cultura e continua a essere aperto al pubblico con un percorso che attraversa le sale da parata e da residenza.

Visualizzazione Salone degli Arazzi 360°

Per visualizzare il salone degli arazzi nelle foto a 360° cortesemente realizzate dal fotografo Antonino Del Popolo (https://www.antoninodelpopolo.it/) cliccate sulleimmagini sottostanti e verrete reindirizzati al suo sito dove potrete immergervi nel salone al massimo della definizione possibile

Informazioni di contatto:

PALAZZO CHIABLESE
Piazza San Giovanni 2
10122 – Torino

dal lunedì al venerdì
ore 14,30/17,30
(chiuso il sabato, la domenica e i  giorni festivi perchè il palazzo è sede della SABAP-TO e SR-PIE)
con prenotazione obbligatoria ai contatti APR:
e-mail APR:  palazzochiablese@amicipalazzoreale.it
oppure
cell. APR:  +39 344 1929643
Ingresso gratuito
Gradita offerta libera pro interventi di restauro dei preziosi arredi di Palazzo Chiablese


Reggia di Venaria

Il castello, noto come la Reggia di Venaria, fu commissionato dal duca Carlo Emanuele II di Savoia e realizzato a partire dal 1658 da Amedeo di Castellamonte nel borgo di Altessano. L’edificio principale, la Reggia di Diana, fu concepito come un’espressione dello Stato assoluto e divenne un modello per le corti europee. Nel 1693, subì danni a causa delle truppe francesi, e successivamente Michelangelo Garove e Filippo Juvarra contribuirono a estendere e ristrutturare il complesso.

Nel corso del XVIII secolo, Benedetto Alfieri realizzò ulteriori collegamenti tra la reggia, la cappella e le scuderie. Durante l’occupazione napoleonica, la reggia fu utilizzata come caserma, segnando l’inizio di un periodo di decadenza. Dopo due secoli di abbandono, la Reggia di Venaria è stata restaurata e aperta al pubblico nel 2007 grazie a un massiccio intervento promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Piemonte. Oltre a essere una destinazione turistica, il complesso ospita spazi per mostre ed eventi culturali, nonché il Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali.

Informazioni di contatto:

Per informazioni su orari, tariffe, visite e servizi si rimanda al sito ufficiale www.lavenaria.it

REGGIA DI VENARIA
Piazza della Repubblica, 4
10078 Venaria (TO)
Tel:  +39 011 499 23 33
E-mail:   prenotazioni@lavenariareale.it


Villa della Regina

La Villa della Regina a Torino fu originariamente costruita come “vigna” per il cardinale Maurizio di Savoia nel primo Seicento. Successivamente, fu ampliata e decorata per Ludovica, nipote del cardinale, e poi per Anna d’Orléans, moglie di Vittorio Amedeo II. Progettata con interventi significativi nel Settecento, inclusa la collaborazione di Filippo Juvarra, la villa fu ceduta all’Istituto Nazionale per le Figlie dei Militari da Vittorio Emanuele II e successivamente passò al demanio nel 1994.

Attualmente gestita dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte, la villa è aperta al pubblico dal 2006. L’impianto si sviluppa attorno a un viale alberato che sale dalla città, con terrazze, scale e un giardino all’italiana. Gli interni conservano una ricca decorazione del tardo Seicento e degli anni trenta del Settecento, con contributi di pittori come Daniel Seyter, Giovanni Battista Crosato e Corrado Giaquinto. Due gabinetti “alla China” adornati con lacche e oggetti in porcellana risalgono al Settecento.

Informazioni

http://polomusealepiemonte.beniculturali.it/